Per riposizionare un confine è utile, in via preliminare prima ancora di coinvolgere il confinante, acquisire un parere da un geometra per verificare se ci sono i requisiti necessari per avere una buona probabilità di successo.
Quando si ritiene che il confine sia da riposizionare, in quanto errato, e che il confinante si sia appropriato di una nostra porzione di terreno, prima ancora di parlargli e di “metterlo in allarme” è necessario sentire il parere di un geometra. Infatti spesso si avviano una serie di attività tecniche, anche dispendiose, per poi ottenere risultati non conformi alle aspettative.
Il geometra verificherà preliminarmente se sussistono i presupposti legali per far valere i diritti rivendicati.
Innanzitutto sarà infatti necessario verificare se il limite di proprietà effettivamente materializzato (con scolina, rete, cippo, albero ecc.) non permetta al confinante di far valere il diritto di usucapione, derivante dall’uso pacifico, pubblico e continuativo nel tempo di un determinato bene.
Il secondo passaggio sarà poi quello di risalire alla provenienza degli immobili oggetto di contesa verificando se negli atti che la certificano sussista l’indicazione relativa al posizionamento del confine.
Il tecnico incaricato andrà inoltre a reperire le mappe catastali originali ed eventuali atti di variazione e/o frazionamento riguardanti il suddetto confine.
Per ultimo verificherà il posizionamento del confine sulla mappa catastale visto che l’art. 950 del Codice Civile stabilisce che, in mancanza di elementi di prova, per effettuare un riconfinamento ci si deve attenere alla mappa catastale.
Solo nell’ipotesi in cui da suddette analisi non emergano elementi significativi risulterà necessario effettuare un rilievo dell’area senza necessariamente coinvolgere il confinante. Il rilievo sovrapposto alla mappa, opportunamente agganciato a determinati punti fiduciali presenti in zona, evidenzierà l’entità dello sconfinamento.
Si potrà, a questo punto, valutare se esistono elementi per cui una richiesta di restituzione dell’area può avere successo.
Vedremo nei prossimi articoli quali sono i successivi passi per coinvolgere il confinante al fine di definire una riconfinazione possibilmente per via bonaria.
Il proverbio: Buoni confini buoni vicini